La montagna disincantata

La montagna disincantata

Sbirciando attraverso la finestra conosceremo la montagna, scudo e barriera, le sue trappole e i suoi fruscii, le lunghe notti invernali. Quel paesaggio imponente e sinistro che più volte gli scrittori hanno saputo mettere su carta.

La montagna disincantata

La montagna disincantata

“La coltre verde di un bosco s’arrampicava per il fianco della montagna più vicina”: questo è quanto Paul Sheldon vede dalla finestra di una famosa prigione letteraria, frutto del genio di Stephen King, nel romanzo Misery.

Gianluca Morozzi e Maria Silvia Avanzato hanno condotto il laboratorio (a Vidiciatico, sull’Appennino Emiliano, ospiti dell’Hotel Vidi), per dar vita ai personaggi e alle storie ispirati a luoghi di montagna.

Tre giorni di workshop in cui ogni partecipante ha scritto il proprio racconto entrato a fare parte di questa antologia pubblicata dalla casa editrice Fernandel di Ravenna.

Le autrici e gli autori:

Maria Silvia Avanzato, Katia Belli, Matteo Bernardini, Stefano Bonazzi, Paolo Capponi, Rosa Silvia Fortunato, Maria Antonietta Fuiano, Antonio Koch, Michel Minghetti, Gianluca Morozzi, Grazia Negrini, Giovanni Odino, Silvia Rossi.

Per collegarvi al sito di vendita dell’editore, cliccate sull’immagine della copertina.

Una salutare passeggiata nel bosco (estratto dal mio racconto)

omissis

“È una situazione senza via d’uscita” gli disse Kate, “Il tuo stipendio dipende dalla cara mogliettina e il mio è troppo misero per tutti e due.”
E lui, di risposta: “Qualcosa troveremo, vedrai che qualcosa troveremo.”
“Non credo proprio, è una pia illusione.”
“Sto cercando un lavoro.”
“Povero caro, questo mi toglie ogni illusione… ci vorrebbe un incidente, ecco: un incidente. Ne succedono migliaia tutti i giorni perché non a lei?”
“Cosa dici? Non parlare così.”
“Mi hai detto che non avete la comunione dei beni ma che lei non ha parenti prossimi.”
“È così…
“E quindi saresti l’unico erede.”
“Non vedo come…”
“Lo capisci che un incidente sarebbe la nostra salvezza? Lo volesse il Cielo!” esclamò con una certa enfasi senza rendersi conto della contraddizione. Ma se ne accorse subito dopo e si corresse: «Forse il Cielo non ci accontenterebbe, potremmo chiedere al Diavolo. Non hanno sempre detto che per l’anima accetta di firmare qualsiasi patto?”
“Kate, ti prego…”
“Oh, non ti preoccupare, non venderei la tua anima, baratterei la mia. Ecco, è così: se la cara mogliettina avesse un incidente darei in cambio la mia anima.”
«Hai visto troppi film…»
«A sì? Allora ascolta bene, farai da testimone.»
Kate scostò la seggiola dal tavolino, si levò in piedi e alzò le mani al cielo. «Diavolo, ascoltami.» S’interruppe subito. Aveva bevuto e le parole le uscivano un poco biascicate. «Non va bene al cielo, il Diavolo sta sotto terra.» Riprese l’invocazione, ma con le mani e lo sguardo rivolti verso il basso: “Oh, Diavolo, ascoltami bene: se tu farai avere un incidente alla vecchia moglie del mio amore, io ti cederò la mia anima. E così sia.»
Poi si rimise a sedere, prese il bicchiere e finì l’ultimo sorso del Mojito.

omissis