Giallo e Rosa

Giallo e Rosa

Il mio racconto Giallo e Rosa, che parla di Mortadella, vino Pignoletto e… Amore, si è classificato 1° ex aequo con quello di Marinella Giuni, alla seconda edizione del concorso letterario C’era una volta e c’è… una Regina rosa organizzato dalla Edizioni del Loggione nell’ambito della manifestazione Mortadella, Please che si tiene dal 2007 nel Comune di Zola Predosa (BO).

Concorso letterario ”C’era una volta e c’è…una Regina rosa

La Mortadella, già nota e apprezzata dagli antichi Romani, è il più sfizioso tra i salumi. Era il 24 ottobre 1661 quando il Cardinal Farnese emanò l’editto che regolamentava la produzione della Mortadella. L’editto era stato redatto per tutelare i produttori, allora tutti all’interno delle mura cittadine. I produttori di Mortadella erano raccolti nella corporazione dei Salaroli, una delle più antiche di Bologna che, già nel 1376, aveva per stemma un mortaio con relativo pestello. Dentro c’era la ricetta, ma non bastò. Nel 1720 un secondo editto ribadì chi poteva, in esclusiva, produrre la Mortadella. A chi violava tali diritti spettava una multa da 200 scudi corredata da 3 nodi di frusta. La frusta fece molto più effetto del primo editto e ancora adesso la ricetta della Mortadella è uguale.

Una Regina rosa dal profumo inconfondibile, dal colore gentile e dal grasso distribuito in maniera omogenea che la rendono unica. Questi elementi sono un po’ come il coraggio, l’altruismo e la fantasia per un calciatore.

Disponibile, solo in formato elettronico su Amazon, l’antologia della “Edizioni del Loggione” con tutti i racconti finalisti del concorso.

Giallo e Rosa

Il cameriere mi sta versando una generosa dose di Pignoletto spumante.
Colgo, nel calice, delle sfumature giallo paglierino che, nel movimento, mandano riflessi verdognoli. In questo mezzogiorno d’estate, richiamano le tracce luminose che il sole incide nelle vigne adagiate sui pendii delle colline intorno. Le note di frutti bianchi e di biancospino, che fluiscono dal bicchiere, si sposano perfettamente con il profumo speziato della mortadella, tagliata a tocchetti, che mi era già stata premurosamente servita.
Il rosa tenue e il bianco dei grassetti del salume, uniti ai colori del vino, compongono una tavolozza di tinte pastello che diventano lenti interposte tra i miei occhi e i ricordi che arrivano, ospiti obbligati, per celebrare questa ricorrenza. Come le madeleine di Proust, la mortadella diventa, in questo anniversario che festeggio insieme al tuo ricordo, la chiave per aprire il cassetto della memoria. Non passa, ma ci si abitua, recitava un saggio proverbio popolare.