Un dolce semplice, adattissimo per la prima colazione e magnifico per essere inzuppato nel vino.

Brazadela bolognese
Un sapore tradizionale: la Brazadela (ciambella) bolognese, chiamata anche Ciambella dura. Si tratta di un dolce semplice che ha origini molto antiche. Conosciutissimo in Emilia, sopratutto a Bologna e Ferrara (dove lo chiamano, logicamente, Brazadela ferrarese) è un dolce compatto e sostanzioso simile alla frolla.
Questa ricetta descrive come viene preparato da mia moglie Adele. Il risultato è ottimo: l’ho controllato di persona!
Ingredienti
Dosi per la preparazione di due Brazadele medie.
– Farina: 500 gr. tipo ’00’;
– Zucchero: 200 gr.;
– Uova: 3 di media grandezza;
– Burro 150 gr.;
– Latte: un poco;
– Lievito: Una bustina di lievito vanigliato;
– Sale: un pizzico;
– Granella di zucchero: per la guarnizione.
Preparazione.
Si inizia come per la preparazione della frolla: disporre su di un tagliere la farina a fontana, mettere al centro lo zucchero e le uova, aggiungere il burro liquefatto a bagnomaria e lasciato raffreddare, il lievito e il sale.
Lavorare il composto che dovrà risultare morbido ma compatto. Dividerlo in due parti e, usando le mani, dare loro una forma ovale schiacciata (come nella foto) direttamente sulla carta da forno posizionata sulla leccarda.
Spennellare con il latte e cospargere con la granella di zucchero.
Cottura.
Cuocere in forno caldo preriscaldato a 170/180° per circa trenta minuti (o meno, dipende dal forno). Controllare la coloritura. Le Brazadele dovranno essere dorate e la pasta dovrà asciugarsi ma non seccarsi. Prima di servire far raffreddare.
Da bere.
Lasciando perdere le bevande da colazione: latte, caffellatte, cappuccino, caffè, tè, eccetera, la sua morte è inzuppata nell’Albana dolce, nel Lambrusco dolce o in altri vini dolci. Meglio quelli a bassa gradazione perché la ciambella assorbe bene e ne servirà un bel bicchiere (una fetta sola non basterà).
Considerazioni.
La Brazadela tenderà ad asciugarsi sempre di più e da qui deriva, forse, l’usanza di inzupparla nel vino. Conservarla come il pane o come i biscotti. In alcune varianti sono aggiunte bucce grattugiate di limone o di arancia e anche, in quella ferrarese, un poco di sambuca (10 gr.).